La Massoneria viene spesso presentata come una società segreta volta al conseguimento e al controllo del potere. Tale prospettazione ha sempre stimolato la fantasia di chi - a fronte della constatazione che le cose del mondo non vanno per il verso giusto e, in particolare, all’impotenza del comune cittadino nel suo rapporto con i “poteri forti” - prova la sensazione che le forze all’opera per plasmare il suo destino siano ben diverse da quelle comunemente note, e si sforza di rappresentarsene il funzionamento mettendo insieme le scarse notizie a sua disposizione.
La Legge del 25 gennaio 1982, n. 17 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 28 gennaio 1982, n. 27), all’art. 1 stabilisce quando una associazione è da considerarsi segreta: “Si considerano associazioni segrete, come tali vietate dall’art. 18 della Costituzione, quelle che, anche all’interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale”.
La segretezza illecita ai sensi della legge 17/1982 riguarda esclusivamente quelle associazioni che improntano la propria attività alla realizzazione di scopi politicamente rilevanti, i quali incidono, direttamente o indirettamente, sullo svolgimento delle funzioni dello Stato e degli enti pubblici.
Il giuramento che si presta quando si entra nel Sovrano Ordine Massonico d’Italia, contiene l’espressa previsione di fedeltà alle leggi dello Stato: … prometto e giuro di conservarmi sempre onesto, solerte e benemerito cittadino, ossequiente alle leggi dello Stato, alle regole della civile convivenza e dalla dignità Umana…”.
Quante altre associazioni in Italia pretendono simile impegno da parte dei loro associati?
Chi parla, dunque, di segretezza della Massoneria non ha probabilmente conosciuto il diverso punto di vista dei Massoni. Chi consapevolmente e liberamente decide di entrare in Massoneria, lo fa per compiere un viaggio all’interno di se stesso (“Nosce te ipsum”) alla ricerca di una risposta alle domande “Chi sono”, “Da dove vengo” e “Dove vado”. È pertanto un’esperienza mistica personale impossibile da descrivere e, pertanto, per sua natura intrasmissibile. È in questa incomunicabilità che si sostanzia il segreto massonico.
Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Duchov, 4 giugno 1798) , uno degli affiliati più celebri della Libera Muratoria, così scriveva a proposito del segreto massonico «Coloro che entrano nella Massoneria solo per carpirne il segreto possono ritrovarsi delusi: può infatti accadere loro di vivere per cinquant’anni come Maestri Massoni senza riuscirvi. Il mistero della Massoneria è per sua natura inviolabile: il Massone lo conosce solo per intuizione, non per averlo appreso. Lo scopre a forza di frequentare la Loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre. Quando lo ha conosciuto, si guarda bene dal far parte della scoperta a chicchessia, sia pure il miglior amico Massone, perché se costui non è stato capace di penetrare il mistero, non sarà nemmeno capace di profittarne se lo apprenderà da altri. Il mistero rimarrà sempre tale».
Tutto il resto, statuti, rituali, glossario, foto di Templi, ecc. può essere palesato e facilmente conoscibile.